redazione scintilla - 27-01-2006
Tredici studenti del liceo classico "Arnaldo" di Brescia sono stati denunciati dalla vicepreside e da due genitori per aver occupato la scuola (insieme ad altri trecento) lo scorso ottobre, nel contesto della mobilitazione studentesca nazionale ...
redazione scintilla - 06-12-2005
Le prime agitazioni operaie agli albori del XIX secolo venivano represse nel sangue: per il discorso dominante gli impertinenti «distruttori di macchine» del Nottinghamshire costituivano una inaccettabile insubordinazione, una devianza da sopprimere ...
Redazione Scintilla - 26-11-2005
Chissà quante mattine, senza che nessuno lo sappia o se lo immagini, nel cortile o nel corridoio di una scuola qualunque una ragazza avrà pianto, un ragazzo avrà soffocato una rabbia sullo stomaco, per uno dei tanti soprusi che la scuola ama infliggere ai suoi studenti mascherandosi dietro la sua falsa coscienza di educatrice.
Anche chi vive all'interno, nelle aule o nei bagni dove spesso ci si rifugia per avere un minuto di respiro e di tregua dall'occhio invisibile della scuola che vede e classifica tutto, magari farà finta di niente, passerà oltre pensando a come salvarsi il culo e tornare a casa anche quel giorno senza troppe coltellate che poi alla fine dell'anno è difficile rimarginare. Così il pianto o la rabbia repressa per darsi un tono di normalità e robustezza di fronte a insegnanti e compagni, anche se non si notano restano, pesanti, sono uno di quei tanti «bocconi amari» che la scuola costringe ad ingoiare, e che costituiscono l'unica lezione che non si dimentica mai e che tutti imparano, la lezione che ti toglie giorno per giorno il sorriso e la speranza e ti insegna a portare a scuola e nella vita con gli altri il grigiore, la diffidenza e la bile.